“Bisogna partire dal fatto che il terreno è da considerarsi VIVO, in quanto al suo interno troviamo moltissime forme di vita che lo lavorano, trasformano, arricchiscono di sostanze fondamentali per la crescita delle piante.

Nei primi 30 centimetri di terreno si gioca il destino dell’umanità; gran parte delle piante commestibili, per l’uomo e per gli animali, trovano in questo strato tutti i nutrienti necessari per uno sviluppo ottimale.

Meno un terreno è ricco di questi nutrienti, meno sana e produttiva sarà la pianta e maggiori saranno gli interventi esterni necessari, come l’uso di concimi e fitofarmaci.

Un’ agricoltura attenta avrà una grande premura per questo primo strato di terreno; un’agricoltura che invece fa affidamento solo sui concimi chimici per apportare nutrienti nel terreno non avrà bisogno di mantenere “vivo” questo substrato, perché saranno i prodotti di sintesi (creati quindi in laboratorio)  a far crescere comunque le piante.

Possiamo avere dunque terreni ricchi di humus, ossigeno, insetti, funghi, ben nutriti e strutturati e terreni poveri in sostanza organica, con poche forme di vita che non riuscirebbero a sostenere le esigenze di una pianta.

L’agricoltura su vasta scala che punta solo ad ottenere grosse quantità di prodotto, a discapito ovviamente delle qualità, vede il terreno non come un elemento vivo da preservare, bensì come un semplice punto d’appoggio da sfruttare il più possibile, impoverendolo sempre di più, mettendone a rischio la FERTILITA’ e immettendo nel sistema ambiente grosse quantità di inquinanti che inevitabilmente, in un modo o nell’altro, entreranno nel nostro organismo.

E’ come se noi chiedessimo al nostro fisico di essere sempre attivo e in forza, senza rispettarne le esigenze naturali come il sonno o un’alimentazione variegata; e per fare ciò mangiassimo solo cibi sintetici, pillole per stare svegli, integratori per aumentare la massa muscolare. Il nostro corpo si ammalerebbe a tal punto che, se anche decidessimo di tornare indietro, ormai i danni fatti non sarebbero più risanabili.

Un giorno quando i concimi e fertilizzanti chimici non si riusciranno più a produrre, in che modo arricchiremo il nostro terreno? Riusciremo a riportarlo in condizioni ottimali? A quale costo?

…giochiamo d’anticipo, CUSTODIAMO LA FERTILITA’!

Buon lavoro a tutti i CUSTODI DELLA TERRA.”

Elisa&Federico, Piccola Terra